Gustando l’Umbria, terra amorevole di natura

Castelluccio di Norcia - Pian GrandeNon è un caso che siano nati in questo lembo d’Italia, quei santi nei quali riconosciamo forse la più autentica devozione a qualcosa di così grande da poter essere compreso solo attraverso l’amore. Che ci crediamo o meno. Perché l’Umbria, tutta intera, sembra essere davvero il risultato di un disegno divino: l’incastro di montagne, altipiani, boschi, corsi d’acqua e vallate è così perfetto da sembrare un indizio, “qualcosa che sta per qualcos’altro”.

Qualcosa che pensavo di aver già conosciuto in passato, ma che invece la scorsa estate mi ha riempito gli occhi e il cuore di nuova meraviglia. Non parlo dell’Umbria forse più conosciuta. Parlo di Norcia, e del Parco Naturale dei Monti Sibillini. Di Castelluccio e del Monte Vettore, del Pian Grande, dei campi di lenticchie, delle pecore al pascolo, delle balle di fieno, della Piana di Santa Scolastica, dei cavalli liberi al galoppo, del cielo stellato, dell’aria pura. Di lenzuola bianche e del cotone di una volta, della ricotta appena fatta, di gente semplice, cordiale. Di odori e sapori dimenticati, di cose buone, di pensieri leggeri, di voglia di restarci, cambiare vita, e non andarsene più.


Questo post partecipa al concorso “Gustando l’Umbria”, organizzato da Trippando in collaborazione con Residenze L’Alberata.

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